Pesche e nettarine italiane, quale produzione per il 2022?

Secondo le prime stime, l'offerta italiana di pesche e nettarine per il 2022 dovrebbe risultare superiore del 40% rispetto alla stagione precedente

da uvadatavoladmin
pesche e nettarine italiane produzione 2022

Dopo un biennio caratterizzato da volumi ridotti ai minimi storici, la stagione 2022 di pesche e nettarine italiane sembra prospettare un progressivo recupero.

Stando alle prime stime, i quantitativi di pesche e nettarine italiane quest’anno registrano un significativo incremento rispetto ai due anni precedenti, profondamente segnati dalle gelate tardive.

A partire dai volumi di pesche, che – con un +32% sul 2021 – si attestano su circa 467.000 tonnellate. Seguono le percoche, valutate poco sopra le 74.000 tonnellate, e le nettarine con poco meno di 534.000 tonnellate prodotte. Le due colture registrano rispettivamente rialzi del 22% e del 52% rispetto al 2021.

Nel complesso, l’offerta italiana di pesche e nettarine per il 2022 dovrebbe risultare superiore del 40% rispetto alla stagione precedente, con un totale di circa 1.076.000 tonnellate prodotte. Bisogna tuttavia sottolineare che, nonostante le stime elaborate, i volumi restano comunque inferiori del 15% rispetto alla media registrata nel periodo compreso tra il 2015 e il 2019.

In linea di massima, però, il quadro così offerto appare in linea con le previsioni già precedentemente diffuse da CSO Italy in occasione di Europêch 2022.

Più nel dettaglio, se si guarda l’andamento produttivo delle regioni meridionali, le stime indicano un generale incremento dell’offerta di pesche, percoche e nettarine rispetto al 2021.

A tal riguardo, secondo le stime dell’Osservatorio, nel complesso delle regioni si prospetta +20% per le pesche da consumo fresco, +21% per le percoche e +27% per le nettarine rispetto all’anno precedente. A garantire tali percentuali anche l’impatto decisamente meno rilevante delle gelate riscontrate durante la primavera.  Eccetto alcune aree e in genere le cultivar più precoci in Puglia, i danni da gelo nelle restanti aree meridionali appaiono infatti limitati o trascurabili.

Tra i bacini produttivi meridionali più importanti, la Campania vede superfici a pesco in diminuzione, ma rese 2022 non influenzate significativamente da gelo e una situazione positiva in tutte le province con una carica di frutti soddisfacente. Complessivamente – fa sapere il Cso – la produzione 2022 potrebbe salire di circa il 20% sul 2021 per le pesche da consumo fresco e percoche, oltre il +30% per le nettarine rispetto al 2021. Rispetto alla media 2015-2019 i quantitativi previsti per il 2022 risultano più contenuti di circa il 10%.

Anche nella Basilicata la produttività attesa è in ripresa nel confronto con il 2021, con un’offerta regolare che sconterà solamente il calo delle superfici produttive. Produzione nel complesso quasi regolare anche in Puglia. Come anticipato, per le rese 2022 si dovrà tener conto di un impatto da gelo su alcune varietà extra-precoci. Per il resto, però, si evidenzia una buona produttività, con le superfici in lievissimo aumento (in particolare per le nettarine).

In Calabria le superfici risultano pressoché costanti rispetto alla precedente annata, dopo aver registrato una diminuzione negli anni precedenti. Secondo le stime elaborate, la situazione produttiva per il 2022 dovrebbe dunque confermarsi positiva. Anche nella vicina Sicilia le superfici risultano stabili o in lievissimo aumento e anche in questo caso si prevede una buona produttività.

Positiva anche la situazione nelle regioni del Centro e del Nord Italia.

Nel primo caso, complici le rese unitarie in risalita dopo le flessioni registrate nel corso dello scorso anno per le gelate, si prospetta un andamento dell’offerta in ripresa. Analogamente, per quando riguarda gli areali settentrionali, dopo un biennio particolarmente contenuto, l’offerta di prodotto per il 2022  ritorna più regolare.

In definitiva, dunque, le previsioni per la stagione 2022 di pesche e nettarine italiane lasciano bene sperare. Specialmente se si considera l’offerta europea che quest’anno è stimata su poco meno di 2,3 milioni di tonnellate, con +15% rispetto ai modesti volumi del 2021, ma in flessione del 19% se confrontata con la media 2016-2020.

Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com

 

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