Peschicoltura al Sud: quali prospettive?

Con l'agronomo Andrea Moretti approfondiamo potenzialità e prospettive del comparto peschicolo negli areali meridionali

da uvadatavoladmin
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La peschicoltura nell’Italia Meridionale ha da sempre rappresentato un importante punto di riferimento dell’economia agraria di molte realtà locali, rappresentate da situazioni aziendali di medio-piccole dimensioni, come pure da contesti più strutturati.

A livello produttivo, le destinazioni finali hanno interessato sia il mercato del fresco che il mondo dell’industria (puree, succhi, conserve).

Ma affinché il comparto possa continuare a produrre reddito, lo sviluppo della peschicoltura non deve prescindere dalla sostenibilità, intesa tanto a livello ambientale quanto economico.

D’altronde, le condizioni degli agro-ecosistemi presenti, grazie allo sfruttamento delle caratteristiche dei territori e delle risorse presenti negli areali meridionali, consentono un abbattimento degli interventi chimici e un allineamento a un’agricoltura sempre più sostenibile.

Da un punto di vista territoriale e degli agro-ecosistemi in genere, la variegata natura dei terreni (a partire da quelli di medio impasto fino a quelli sciolti e ai suoli argillosi), i gradienti termici dei differenti territori, le esposizioni, il grado di ventilazione, l’effetto della vicinanza del mare e una serie di altri fattori hanno reso possibile lo sviluppo di impianti caratterizzati da una moltitudine varietale e a maturazione scalare che va da giugno a settembre, mantenendo sempre alto il livello qualitativo.

Tale situazione ha consentito la nascita di canali di fornitura diversificati per le esigenze di ogni tipo di mercato, offrendo prodotti con caratteristiche aromatiche, organolettiche e di consistenza tali da poter soddisfare le esigenze per il consumo diretto e per le industrie di trasformazione.

Il tutto, in un mondo alimentare che sta diventando sempre più complesso, con le esigenze dei clienti finali (soprattutto nel campo dei prodotti trasformati) sempre più legate a un’agricoltura biologica e a residuo zero, con un’attenzione sempre maggiore per il rispetto dei requisiti della sostenibilità ambientale.

Accanto a questo, bisogna poi considerare una nuova tendenza di mercato, sempre più in espansione, relativa agli alimenti destinati al mondo dell’infanzia (baby-food) e alla nutraceutica. Un settore per il quale è di fondamentale importanza poter garantire fin dalle produzioni agricole primarie forniture che rispettino in toto tali standard.

Le grandi potenzialità che offrono i territori e le realtà aziendali del Sud Italia, insieme all’esperienza degli agricoltori e alla professionalità dei tecnici da cui vengono seguiti gli impianti, potranno costituire un unicum per produzioni con alti standard sia sul piano quantitativo, che qualitativo.

Le condizioni di maturazione, la fertilità dei suoli e il loro potenziale in termini di macro e micro elementi rappresentano le condizioni ideali per lo sviluppo di frutti di ottima pezzatura e organoletticamente superiori alle produzioni ottenute in altre aree europee, dove ancora molto utilizzati sono gli interventi tecnici con prodotti a base di sintesi.

Con l’applicazione di strategie agronomiche che siano in equilibrio tra la tradizione e le attuali necessità a livello alimentare, capaci di includere in chiave integrata gli aspetti della nutrizione, dell’irrigazione, delle lavorazioni meccaniche e della difesa fitosanitaria, tutte le aziende interessate al comparto peschicolo potranno fare un salto di qualità verso nuove prospettive socio-agro-economiche, rappresentando un volano positivo per l’occupazione di ogni piccola realtà e la creazione di nuovi investimenti di espansione, e alimentando così un’economia fatta di produzioni di qualità destinate non solo ai grandi gruppi industriali, ma anche ai mercati internazionali.

A cura di: Andrea Moretti
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