La gestione in post raccolta degli agrumi rappresenta un elemento cruciale per garantire le loro qualità e shelf-life. Nella fase di raccolta e stoccaggio dei frutti bisogna porre particolare attenzione alla loro manipolazione: la formazione di lesioni più o meno evidenti, infatti, ha spesso come risultato lo sviluppo di alterazioni che si aggravano ancor di più in presenza di agenti patogeni che possono insediarsi attraverso le ferite. In compenso, rispetto ad altri tipi di frutta, gli agrumi sono noti per avere una vita di scaffale relativamente lunga al punto che – in condizioni ottimali – molte varietà possono essere conservate per diverse settimane o anche mesi.
Cosa permette agli agrumi di essere conservati per lunghi periodi?
Da una prima analisi derivante dall’osservazione di un frutto di agrumi, si nota come questo sia caratterizzato da una buccia spessa e coriacea. Essa funge da barriera protettiva contro danni meccanici, disidratazione e contaminazioni esterne, contribuendo a mantenere per un lungo periodo la freschezza del frutto. Inoltre, gli agrumi contengono naturalmente un alto tenore di zuccheri, il che non solo caratterizza i frutti con un sapore dolce, ma aiuta anche a preservare la loro struttura cellulare, ritardando il processo di degradazione.
Oltre all’elevato contenuto in zuccheri, questi frutti presentano anche un alto contenuto di acido citrico che agisce come conservante naturale, preservando la qualità dei frutti. L’elevato contenuto di acido citrico è inoltre responsabile di un elevato pH tissutale (inferiore a 4), che – se da un lato contribuisce a preservare la qualità nel tempo dei frutti – dall’altro li rende soggetti ad attacchi fungini, data la predilezione di questi patogeni per le matrici a pH acido.
La muffa verde e la muffa azzurra
In questo contesto, sia durante la conservazione, sia nel corso della distribuzione, soprattutto in seguito alla formazione di lesioni più o meno evidenti sui frutti, malattie come la muffa verde (Penicillium digitatum) e la muffa azzurra (Penicillium italicum) diventano le più comuni e gravi cause di alterazione degli agrumi.
Entrambi gli agenti causali delle malattie si caratterizzano per l’abbondante produzione di enzimi pectinolitici che, in fase di infezione, determinano la marcescenza dei tessuti e il disfacimento del frutto. Oltre alla produzione di enzimi pectinolitici, i patogeni rilasciano etilene in quantità tale da accelerare i processi di senescenza anche dei frutti adiacenti.
Nel post raccolta è essenziale preservare l’integrità dei frutti
Per preservare la qualità degli agrumi – ancor prima di effettuare trattamenti fungicidi – è molto importante porre attenzione alle operazioni di raccolta e stoccaggio. Infatti, errate pratiche agronomiche possono determinare lesioni più o meno evidenti sui frutti che, soprattutto in presenza di agenti patogeni, possono sviluppare alterazioni a livello dei frutti lesionati che col tempo possono poi infettare anche i frutti sani adiacenti.
Per questo, la lotta contro le infezioni da Penicillium si basa principalmente sulla prevenzione, considerato che i prodotti ammessi, ove utilizzati, perdono progressivamente di efficacia in seguito alla facile insorgenza di fenomeni di resistenza. Durante la fase di stoccaggio risulta molto importante la disinfestazione periodica dei contenitori, delle macchine e dei locali di conservazione, oltre che l’impiego di tecnologie avanzate per la refrigerazione. Inoltre, per il contenimento delle due malattie, può essere vantaggioso far sostare i frutti prima delle operazioni di lavaggio in idonei locali di conservazione, allo scopo di evidenziare infezioni pregresse, eliminando quindi tempestivamente i frutti danneggiati.
Questo approccio integrato è essenziale per preservare la qualità e la commercializzazione dei frutti durante il post raccolta. L’adozione di pratiche preventive e la tempestiva identificazione e gestione degli agrumi infetti sono fondamentali per minimizzare le perdite economiche per i produttori e garantire la sicurezza alimentare per i consumatori, sempre più attenti alla sostenibilità e alla salubrità degli alimenti.
Donato Liberto
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