Il comparto orticolo è tra quelli che prima di tutti, all’interno del settore agricolo, ha beneficiato dell’introduzione dei mezzi di protezione nella coltivazione delle colture. Inizialmente, l’impiego in orticoltura era frequente anche per consentire la coltivazione di alcune specie che, non originarie del nostro territorio, necessitavano di coperture e protezione per resistere alle condizioni climatiche avverse.
Nasce così la coltura protetta, la cui definizione racchiude tutte quelle forme di coltivazione che fanno ricorso a mezzi di protezione per riparare le colture dalle avversità climatiche.
Nel tempo, a questo primo obiettivo se ne sono aggiunti altri. Fra questi, la necessità di anticipare o ritardare le produzioni rispetto all’epoca di maturazione naturale (semiforzatura) o la realizzazione di produzioni completamente fuori stagione (forzatura). Non solo: spesso il ricorso a mezzi di protezione è legato a una programmazione più precisa della produzione o alla volontà di ottenere rese maggiori e standard qualitativi più elevati. Inoltre, il ricorso frequente a moderne tecnologie produttive in orticoltura (es: coltivazione fuori suolo) rende in alcuni casi la coltura protetta sempre più indispensabile.
Classificazione dei mezzi di protezione
Nel tempo, le diverse esigenze aziendali e gli elevati investimenti di capitale richiesti per la realizzazione di particolari strutture (basti pensare alle serre in vetro) hanno determinato lo sviluppo di molteplici tipologie di mezzi di protezione.
I mezzi di protezione più importanti per l’orticoltura sono la pacciamatura, gli agrotessili, i tunnel e le serre.
Nei casi in cui non vi sia la necessità di forzare una coltura per la produzione fuori stagione, è sufficiente il ricorso ai cosiddetti apprestamenti protettivi che attraverso spese contenute sono in grado di difendere le colture dalle avversità e di anticiparne o posticiparne la produzione.
La pacciamatura è tra gli apprestamenti protettivi più economici e semplici da realizzare: si basa sulla copertura del terreno con l’utilizzo di diversi materiali. Grazie a questo apprestamento protettivo è possibile:
- proteggere il terreno e la parte ipogea delle piante dalle basse temperature (periodo invernale);
- impedire le perdite di umidità del terreno per evaporazione (periodo estivo).
A questi vantaggi se ne aggiungono poi altri nell’applicazione come un minor sviluppo della flora infestante, un minor dilavamento degli elementi nutritivi provocato dall’azione delle piogge e una maggior pulizia dei frutti che si sviluppano a contatto con il suolo (es. fragola). Tutti effetti che si riflettono in migliore resa, precocità di produzione e ottima qualità delle produzioni.
Tra gli ortaggi che si avvantaggiano in modo particolare della pacciamatura rientrano le specie della famiglia delle Cucurbitaceae, come melone, anguria, cetriolo e zucchino, soprattutto in relazione alle elevate esigenze termiche.
La diffusione su larga scala di questa tipologia di apprestamento protettivo è legata all’applicazione di film plastici (generalmente in polietilene), a volte dotati di fori di 4-5 cm di diametro posti a distanze diverse a seconda del tipo di coltura cui sono destinati. A fronte di una facile applicazione, una convenienza economica e ottimi risultati conseguibili, i film plastici presentano tuttavia anche alcune criticità. Da un punto di vista operativo, la loro applicazione sul terreno – operazione completamente meccanizzabile – necessita della conseguente rimozione del materiale al termine del ciclo produttivo della coltura orticola impiantata. Da un punto di vista ambientale, invece, presentano una difficoltà e un costo a volte elevato di smaltimento. Per far fronte a tali problematiche sono stati sviluppati dei film per pacciamatura a durata limitata, degradabili sotto l’azione delle radiazioni luminose e la temperatura. Questa tipologia di telo, però, si può utilizzare solo nel caso in cui si coltivino specie orticole a ciclo breve. Un’altra alternativa può essere l’utilizzo di film a base di amido di mais che non necessitano dello smaltimento in quanto di matrice vegetale e particolarmente adatti per le coltivazioni biologiche.
La pacciamatura rappresenta solo uno dei mezzi di protezione più semplici ed economici che si possono applicare in orticoltura. Se applicata in modo corretto, però, può garantire l’ottenimento di interessanti vantaggi produttivi.
D’altro canto, come anticipato, i mezzi di protezione in orticoltura sono molteplici. Applicazione e caratteristiche più specifiche verranno approfondite successivamente.
Donato Liberto
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