Ruggine delle drupacee, tenere alta la guardia

Condizioni ambientali umide spesso favoriscono le infezioni; interventi tempestivi, però, possono impedirne lo sviluppo

da uvadatavoladmin
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Dopo un’estate calda e siccitosa, le piogge ripetute possono favorire le infezioni di ruggine delle drupacee. Interventi tempestivi, però, possono impedirne lo sviluppo sul nascere.

Con settembre avviato e la raccolta ormai agli sgoccioli, tenere alta la guardia in campo non è sempre scontato. Eppure potrebbe rivelarsi vincente in caso di piogge ripetute o condizioni climatiche umide che spesso favoriscono gli attacchi della ruggine delle drupacee.

Questo fungo (Tranzschelia pruni-spinosae) che, in varie forme non perfettamente definite, attacca diverse specie di drupacee (tra cui pesco, albicocco e susino), è una ruggine di tipo eteroico, che trascorre cioè la prima parte del suo ciclo vitale (stadio picnidico ed ecidico) su anemone e altre essenze erbacee, compiendo poi la seconda fase (stadio uredosporico e teleutosporico) su ospiti arborei del genere Prunus.

Ruggine delle drupacee: quali danni provoca?

Per quanto riguarda lo sviluppo della malattia, come anticipato, è agevolato da condizioni ambientali temperate con elevata umidità. Per questo, al pari delle piogge, anche le rugiade possono influenzare l’infezione.

In caso di condizioni ambientali favorevoli, Tranzschelia pruni-spinosae può quindi sviluppare infezioni fogliari che, se sottovalutate nelle fasi iniziali, possono causare una forte caduta di foglie (filloptosi).
L’entità del danno provocato è infatti direttamente proporzionale alla precocità delle infezioni. Infezioni precoci provocano una limitata differenziazione delle gemme a fiore, una scarsa lignificazione dei rami dell’annata e, in generale, una debilitazione generalizzata della pianta.

L’attacco di questa ruggine avviene a carico delle foglie, a partire da quelle dei rami basali. Più raramente la malattia può coinvolgere i frutti. Nello specifico, le foglie infette manifestano macchioline clorotiche e, sulla pagina inferiore, pustole rosso-brunastre, polverulente, dalle quali vengono liberate uredospore e teleutospore del parassita. Le foglie più pesantemente colpite finiscono per cadere prematuramente.

Ruggine delle drupacee: quando e come intervenire

Generalmente, la ruggine delle drupacee si sviluppa a fine estate-inizio autunno, determinando una caduta delle foglie non troppo anticipata rispetto al normale ciclo vitale della pianta ospite. Pertanto, per la prevenzione della malattia, è consigliabile controllare, dopo le prime piogge estive, la pagina inferiore delle foglie per individuare le prime “pustole” (sori) della malattia.

Come sottolineato anche dagli esperti di Alsia Basilicata, è importante intervenire alla prima comparsa dei sintomi, prima della disseminazione di miliardi di spore della ruggine, utilizzando prodotti antioidici attivi anche contro questa malattia fungina, come per esempio lo zolfo e gli IBE, scegliendo tra quelli registrati sulla coltura.

 

Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com

 

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