Con l’avanzare di luglio e la persistente ondata di calore, il rischio siccità si è fatto via via più intenso. E per l’agricoltura italiana sembra davvero giunto il punto di non ritorno.
Accanto all’emergenza siccità, calano infatti le esportazioni e aumentano i costi di produzione. E ancora: crisi idrica, boom di insetti, criticità strutturali.
Lo scenario appare sempre più drammatico e in tanti sono ormai pronti a mobilitarsi e scendere in piazza. Stando a quanto riporta Coldiretti, sono saliti a tre miliardi i danni provocati dalla siccità, con perdite di prodotti stimate intorno al 15% per via dell’eccezionale ondata di calore.
Intanto, le amministrazioni regionali chiedono primi sostegni e ristori per gli agricoltori alle prese con una drammatica assenza di piogge e un rischio siccità a tratti irreversibile.
Dichiarato lo stato di emergenza
Già nella giornata di ieri, il Consiglio dei Ministri ha approvato la dichiarazione dello stato di emergenza in relazione al deficit idrico in atto nelle regioni ricadenti nel bacino del Po e delle Alpi orientali. Scopo dello stato di emergenza, fronteggiare con mezzi e poteri straordinari la situazione in atto, con interventi di soccorso e assistenza alla popolazione interessata, e ripristinare la funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche. In tal senso, sono stati stanziati 36.500.000 euro a carico del Fondo per le emergenze nazionali.
A questa prima misura – come anticipato in questo articolo – farà seguito il decreto siccità che il governo varerà giovedì.
Nella bozza del decreto, circolato nei giorni scorsi, si prevede l’istituzione di un Commissario straordinario per il contrasto e la prevenzione della siccità, che operi mediante ordinanze (come la Protezione civile in caso di emergenza) e abbia poteri speciali in materia di infrastrutture e contabilità separata (con adeguata dotazione finanziaria). Il Commissario, che potrà inoltre disporre di una squadra di 30 unità, dovrà coordinare gli interventi strutturali previsti dal decreto, alcuni dei quali a medio termine, da realizzare entro il 2024.
Al momento, priorità del governo è l’ammodernamento degli acquedotti colabrodo, per i quali sono stati messi sul tavolo 1,38 miliardi di risorse.
L’obiettivo è ridurre le perdite di acqua nelle reti di distribuzione, con una particolare attenzione al Mezzogiorno. Si tratta di progetti avviati in sinergia dal Mims e dal Ministero per il Sud che prevedono interventi a valere sul Pnrr per 900 milioni e sul programma React Eu per 482 milioni. A queste risorse, si sommano poi altri stanziamenti del Pnrr e quelli definiti con la Legge di Bilancio (400 milioni) e l’anticipazione del Fondi Sviluppo e Coesione 2021-2027 (442 milioni).
Per i prossimi anni, infine, Palazzo Chigi ha stanziato circa 2,7 miliardi di euro per la riqualificazione e il rafforzamento delle infrastrutture idriche nazionali.
Esportazioni in calo
Come anticipato, però, l’emergenza siccità non è l’unica problematica da affrontare. Dopo un 2021 di esportazioni record (5,2 miliardi di euro in valore) e un saldo della bilancia commerciale di 1,076 miliardi di euro (+62,1% sul 2020 e pari a tre volte quello registrato nel 2019), nel primo trimestre 2022 i volumi perdono il 9,5%, mentre i valori sono del 3,6% inferiori a quelli registrati nel primo trimestre 2021.
Stretta tra rincari delle materie prime ed eventi climatici estremi, l’ortofrutta made in Italy inizia infatti a risentire della crisi internazionale. A essere particolarmente colpito l’export di frutta fresca e agrumi, che mostra un trend in discesa, con un calo di oltre il 10% in volumi e oltre il 6% in valore.
Costi di produzione ancora in aumento
In tutto questo, non vanno poi tralasciati i rincari dei costi energetici e di produzione. Alimentati dalla guerra in Ucraina, i prezzi nel carrello della spesa continuano a segnare aumenti che colpiscono duramente le imprese e le tavole dei consumatori.
Nel rapporto elaborato da Coldiretti, l’associazione parla di un vero e proprio tsunami che di fatto si è “abbattuto sulle aziende agricole con rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari” che fanno pesare i bilanci spostandoli verso un rosso sempre più profondo.
Si segnalano, in questo contesto, soprattutto gli aumenti dei prezzi dei concimi (+170%), dei mangimi (+90%) e del gasolio (+12%), fondamentali per la maggior parte delle attività agricole. E aumentano anche i costi degli imballaggi come vetro (+30%), tetrapak (+15%), cartone (+45%) e plastica (+70%) a cui sono da aggiungere i costi maggiorati per i trasporti e il noleggio di container e noli marittimi.
Boom di insetti e danni sulla fertilità del suolo
Tra le conseguenze determinate dall’aumento delle temperature vi è poi l’incremento di insetti nei campi e nei frutteti. Sono molteplici, infatti, le segnalazioni di sciami di cavallette, cimici asiatiche, mosche, formiche, diabrotica, coleotteri giapponesi, ragni, afidi e forficule (forbicette) che stanno danneggiando frutta, foglie, piante e mais già colpite dalla grave siccità. Dalle cavallette in Sardegna alla Popillia japonica in Lombardia, diversi areali del Bel Paese si ritrovano a dover fare i conti con l’invasione di insetti che, complice il grande caldo, stanno compromettendo le produzioni.
Altrettanto preoccupanti i danni sulla fertilità dei suoli che, secondo l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), riguardano circa il 28% della Penisola, con particolare rilievo al Sud, dove in alcuni casi superano il 40% delle superfici.
Agricoltori pronti alla mobilitazione
Appare dunque evidente come da Nord a Sud la siccità stia creando problemi seri all’agricoltura, per i quali occorrono interventi immediati. In merito alla questione, Cia Sicilia Orientale ha sottolineato la volontà di tenere “alta l’attenzione” sulle emergenze in corso per sollecitare le istituzioni preposte a qualunque livello, affinché si trovino soluzioni adeguate per scongiurare la chiusura di migliaia di aziende agricole e per garantire un reddito dignitoso alle imprese agricole e la garanzia dell’occupazione.
Da parte loro, gli agricoltori dichiarano lo stato di agitazione e sono pronti alla mobilitazione unitaria “chiamando i governi ad assumersi per intero le proprie responsabilità”. L’agricoltura ormai vive “un dramma irreversibile se non si interviene con misure chiare e forti nei confronti delle imprese agricole”. “Va fermata ogni forma di speculazione. Molte imprese agricole soffrono condizioni di stress di liquidità e hanno bisogno di un supporto da parte delle Istituzioni per poter superare il difficile momento ed essere pronte ad affrontare la fase della ripartenza che tutti auspicano avvenga nel più breve tempo possibile”.
Ilaria De Marinis
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