“Una mela al giorno toglie il medico di torno” recita l’antica saggezza popolare. Oltre che salutare, però, la mela è anche una coltura con significativi margini di crescita in alcuni areali del Meridione, dove potrebbe rappresentare un’importante risorsa in termini di diversificazione colturale.
Ne parliamo nel focus di questo nuovo numero di Fruit Journal, interamente dedicato alla melicoltura.
Si inizia con un’analisi dettagliata della melicoltura meridionale, a cura di Pietro Rega, Danilo Cice, Elvira Ferrara e Milena Petriccione, ricercatori del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) – Centro di Ricerca in Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura (OFA) di Caserta.
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Percorrendo un viaggio lungo tutto il Sud Italia, gli esperti tracciano una panoramica regione per regione, approfondendo varietà, ettari e innovazioni in corso. Il quadro che ne emerge è quello di un settore in progressiva crescita, ma che deve aprirsi a tecniche agronomiche innovative e nuove varietà per fare la differenza.
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Ma non si può parlare di melicoltura meridionale, senza parlare della Melannurca campana. Con Giuseppe Giaccio, presidente del consorzio di tutela Melannurca campana IGP, approfondiamo la storia di questa varietà tutta meridionale. Apprezzata in tutto il Paese e in continua crescita, questa mela – come si vedrà – è l’emblema della vocazione di un prodotto al territorio. Un legame a doppio filo che, da ormai 15 anni, può inoltre vantare il marchio di Identificazione Geografica Protetta.
Il focus si chiude con un’interessante disamina sulla melicoltura a opera di Walter Guerra del Centro di Sperimentazione Laimburg (Bolzano). Dalle zone di produzione ai flussi di mercato globali, fino ad arrivare a innovazioni varietali e prospettive future per il settore: l’esperto ci accompagna lungo tutti i diversi aspetti del comparto. La mela, infatti, è attualmente il frutto più esportato dall’Italia, con un volume medio annuale di 900 mila tonnellate. Anche in questo caso, però, sarà fondamentale individuare una combinazione ideale tra portinnesto, varietà, terreno e sistema di allevamento per vincere le sfide del futuro e ottimizzare efficienza del meleto e qualità dei frutti.
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Passando alla tecnica, con il professore Davide Neri dell’Università Politecnica delle Marche approfondiamo invece la potatura verde nelle drupacee. Un’operazione che, se accompagnata dall’individuazione di idonee forme di allevamento e corrette operazioni colturali, permette di ovviare a criticità e stravolgimenti che, giorno dopo giorno, complicano la gestione dei frutteti.
Tra questi, i cambiamenti climatici che rendono sempre più difficile standardizzare le produzioni in termini di qualità e quantità.
Di cambiamenti climatici si parla in ultima analisi anche nell’articolo che chiude questo numero. Con Vito Felice Uricchio, dirigente del CNR – Istituto di ricerca sulle acque di Bari, analizziamo infatti lo stato dell’arte delle risorse idriche italiane, ponendo l’attenzione su come evolverà lo stoccaggio delle acque e su come la tecnologia potrà aiutarci a preservare la risorsa idrica, nonostante gli stravolgimenti climatici in atto e i nuovi scenari che si profilano all’orizzonte.
Non resta dunque che cliccare qui e sfogliare le pagine, ascoltando “Reality” e vivendo ancora una volta “Il tempo delle mele”.
Buona lettura.
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Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com
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