Nuovo focolaio di Xylella fastidiosa nel barese

Secondo l’ultimo monitoraggio, sono 5 gli ulivi risultati infetti ad Alberobello

da Redazione FruitJournal.com
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Nuovo focolaio di Xylella fastidiosa nel barese: sono 5 gli esemplari risultati infetti ad Alberobello che diventa così il quarto comune della provincia di Bari colpito dalla pandemia degli ulivi, con Monopoli, Polignano e Locorotondo.

Anche Alberobello si aggiunge alla lista dei comuni pugliesi colpiti dall’avanzata inarrestabile: individuato nuovo focolaio di Xylella nell’ultimo monitoraggio.

A renderlo noto, alla luce dei risultati dei rapporti di prova riportati da InfoXylella, è Coldiretti Puglia che ha confermato la presenza di un nuovo focolaio ad Alberobello, città dei Trulli patrimonio UNESCO, con 5 ulivi risultati infetti a ridosso della Strada Provinciale 162 e a un paio di chilometri dalla frazione di Coreggia, tra Alberobello e Locorotondo.
Dopo Locorotondo, Monopoli e Polignano, Alberobello diventa così il quarto comune della provincia di Bari a essere interessato dal ritrovamento di piante infette da Xylella fastidiosa.

Come sottolineato da Coldiretti Puglia, il focolaio ricade in “zona cuscinetto”. Ragion per cui – in linea con il Regolamento di esecuzione (UE) 2020/1201 – dopo il monitoraggio capillare dell’area circostante, “la Regione Puglia dovrà procedere all’eradicazione di tutte le piante specificate suscettibili alla Xylella nel raggio di 50 metri, eccezion fatta per gli olivi con caratteri di monumentalità per i quali è possibile avvalersi di una deroga”.

“I risultati delle analisi statistiche condotte dagli enti di ricerca – dichiara il presidente Savino Muraglia – impongono una seria riflessione circa il nuovo regolamento comunitario approvato il 14 agosto 2020 che ha ridotto a 50 metri, dai 100 metri inizialmente previsti, l’area buffer ovvero il raggio dell’area focolaio intorno alle piante trovate infette e soggette a taglio obbligatorio per sottrarle all’azione di diffusione degli insetti vettori, come la cicalina sputacchina. Se la sputacchina cammina fino a 400 metri in una stagione – insiste Muraglia – l’area buffer di 50 metri risulta decisamente insufficiente a contenere il rischio contagio, quindi si ottiene solo un’azione di rallentamento della diffusione, non certo l’estinzione dei focolai più avanzati nelle aree cuscinetto sul fronte epidemico che richiederebbe invece azioni ben più drastiche”.

Di fatti, con questo nuovo focolaio, il numero delle piante risultate infette nel corso del monitoraggio avviato lo scorso maggio sale a 36. Una cifra che si va ad aggiungere a tante altre che rendono l’idea delle conseguenze portate dall’epidemia di Xylella. Un’epidemia che dal 2013 ha colpito 8mila chilometri quadrati di territorio pugliese, con una stima dei danni di oltre 1,6 miliardi euro.

Ilaria De Marinis
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