Aprile è il mese decisivo per la lotta alla sputacchina, l’insetto vettore di Xylella fastidiosa. Combatterlo in questa fase è fondamentale, intervenendo “il prima possibile” con azioni di prevenzione per evitare che il batterio della Xylella inizi nuovamente a diffondersi. Lo ricorda anche il dipartimento Agricoltura della Regione Puglia attraverso una circolare firmata martedì 28 marzo dal dirigente dell’Osservatorio fitosanitario, Salvatore Infantino.
Secondo quanto riportato, sono 23 i comuni pugliesi – concentrati nelle aree di Bari, Brindisi e Taranto – in cui bisogna intervenire subito per scongiurare un’ulteriore diffusione della Xylella.
“Alla luce del monitoraggio del vettore svolto dall’Osservatorio fitosanitario – si legge – nei Comuni con altitudine inferiore ai 200 metri sul livello del mare, l’insetto è prossimo al raggiungimento del quarto stadio giovanile e, pertanto, occorre eseguire le lavorazioni del terreno il prima possibile”.
Le operazioni da eseguire riguardano arature, fresature, erpicature e trinciature, e riguardano i territori di: Carosino, Carovigno, Cellamare, Faggiano, Fasano, Grottaglie, Leporano, Massafra, Mola di Bari, Monopoli, Monteiasi, Montemesola, Monteparano, Noicattaro, Palagianello, Palagiano, Polignano, Pulsano, Roccaforzata, Rutigliano, San Giorgio Ionico, Statte e Taranto.
Coldiretti: su piano Xylella confronto mancato
A fronte della diffusione della circolare, in una nota indirizzata al governatore, Michele Emiliano, e all’assessore all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, Coldiretti Puglia ha lamentato la mancanza di confronto nella stesura del piano. Secondo l’associazione, infatti, il Piano anti Xylella è stato “approvato senza alcuna condivisione con il mondo agricolo, per fotografare il reale stato della diffusione della malattia, i risultati del programma di sorveglianza in corso, il numero di piante infette negli areali più prossimi alla zona indenne, sul decorso degli abbattimenti”. Urgente, a detta di Coldiretti, “anche una verifica di quali e quanti controlli siano stati fatti per la lotta al vettore, quante verifiche eseguite e sulle eventuali infrazioni contestate a chi non ha effettuato la lotta obbligatoria”.
“Non contestiamo le attuali modalità di lotta alla Xylella fastidiosa, che hanno nel monitoraggio, nell’abbattimento delle piante colpite e nella lotta a al vettore il loro fondamento – ha chiarito Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – ma la mancata discussione sulla verifica dell’attuazione del precedente non consente di elaborare un oggettivo giudizio sullo stato reale dell’andamento della batteriosi sul territorio regionale e di porre rimedio alle lacune eventualmente evidenziate”.
Confagricoltura: subito commissario straordinario e maggiori risorse
Non ha mancato di rivolgere il suo appello alla Regione anche CIA-Agricoltori Italiani. Lamentando i ritardi burocratici della Regione Puglia, l’ente ha ribadito la necessità di “una struttura nazionale dedicata all’emergenza Xylella con pieni poteri” affidata a un commissario straordinario, “più risorse e procedure snelle”. Secondo Cia, d’altronde, “la Regione Puglia ha iniziato a occuparsi del fenomeno Xylella solamente da due anni e l’area infetta, negli anni di immobilità dei decisori politici, si è man mano allargata: da Lecce ha raggiunto le province di Brindisi e Taranto, per fare poi ingresso anche nel Barese. L’area interessata si estende, ormai, su quasi 750 mila ettari ed è compromesso il 50% dell’olivicoltura pugliese”.
Oltre a ritardi e incapacità di gestione, Cia ha poi sottolineato l’inadeguatezza del Piano per la Rigenerazione Agricola della Puglia dedicato alle aree infette che, “ideato come strumento di finanziamento straordinario”, si avvale di “procedure ordinarie che non sono in grado di gestire l’emergenza”. “Al momento le eradicazioni sono in ritardo di almeno un biennio (sono state recentemente estirpate piante dichiarate infette nel 2021), mentre chi ha provveduto a eradicare in proprio, è ancora in attesa dei contributi regionali. Per quanto concerne il sostegno al reddito alle imprese agricole previsto dal Piano – fa sapere CIA – sono stati parzialmente erogati solo i fondi relativi al 2018, mentre si registrano ritardi inammissibili anche per le risorse destinate al reimpianto nelle aree infette”.
Ilaria De Marinis
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